lunedì 24 maggio 2010

Venghino signori venghino

No, sarebbe stato troppo bello.
O forse sarebbe stato troppo e basta...continuo a temere che il bello, se si guarda bene, stia un po' anche in cose come questa.
Questa che è l'ennesima puntata della saga tragicomica che mi pare di aver intuito sia la mia vita.
Dicono che gli scrittori, i poeti e più in generale tutti gli artisti abbiano il potere di creare, il dono più grande, e che proprio come Dio possano dare vita a mondi dal nulla.
Sono d'accordo. Quello che mi chiedo io è perchè mai quello che sta scrivendo la mia storia sia così affezionato ai drammi dell'assurdo, come quelli interpretati dal sempiterno Tony -per gli affezionati, alias Antonio Albanese.
E mi piacerebbe chiedergli:"Ma chi sei, il Samuel Beckett dei poveri? Il Dalì dei deficienti? Ti sembra il caso di mettermi sempre o per lo più in situazioni senza capo nè coda e che io non sono in grado di gestire se non complicandole ancora di più?"
Ed è anche andata bene, oggi. Ma sì, sono di buon umore, non è successo nulla di grave, solo un piccolo incidente diplomatico con una ragazza semisconosciuta qui al residence dove mi trovo a Londra. Era visibilmente sconvolta dalla combo di insensataggini uscite dalla mia bocca e che le ho scritto via sms, e secondo me ha pensato che fossi quasi del tutto pazza.
No, no. Stavolta non racconto cos'è successo; per dirla alla spagnola: è una "tonteria" tale che non merita nemmeno di essere vagamente accennata. Sta di fatto che oh, non crescerò mai. Questo oramai è palese. Mi fido di tutti, faccio figure ignobili con chiunque, faccio le stesse cose da quando ho 17 anni e non posso dire che le mie capacità intellettive si siano evolute di molto, da quell'epoca; anzi forse è più credibile il contrario...
Quello che ho di più, stramannaggia a me, è quello che più mi ferisce: la mia coscienza.
E' smisurata, fa le bizze per un nonnulla. Perchè sono una persona dai sani principi io, eh!
Come no...Secondo me trattasi di lieve disturbo superegoico. Insomma, in un mondo putrido come questo se hai dei principi è OVVIO che sei malato!
Ma questo è un altro discorso.
Oggi il discorso è che sembro uscita da un racconto malriuscito del beneamato Carroll, o da una favola apocalittica di Dick, e senza finale per di più.
Santi numi, per non dire altro.
E a volte mi ci sento proprio, aliena...come se non riuscissi a capire fino in fondo le regole che sorreggono l'universo da cui mi sento circndata, fatto di incontri provvidenziali e di piccole ma pungenti sfighe, di sonno e rabbia e timidezza infinita. Ma d'altra parte le regole dell'universo nessuno ha ancora finito di scoprirle.
Forse sentirsi così non è poi così strano.
Forse essere strani non è poi così strano.
E forse anche essere contraddittori non è più così vergognoso.
Qualche contraddizione su di me:
troppo assurda per essere timida
troppo carismatica per farsi mettere i piedi in testa
e poi la mia preferita:
troppo strana per vivere, troppo rara per morire.
Un piccolo fenomeno da baraccone insomma...


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