lunedì 9 novembre 2009

Ares e Afrodite

Monte Olimpo, interno giorno.
Afrodite è seduta su un triclinio e sorseggia ambrosia da una coppa d'oro.
E' vestita con un tubino nero e delle altissime decollété di vernice. I lunghi capelli biondi sono raccolti elegantemente sulla nuca, ma parte di essi le ricade mollemente sulle spalle.
Ha una sigaretta infilata in un lungo bocchino, che continua a far ondeggiare.
E' visibilmente alticcia.
Dalla porta d'oro massiccio alle sue spalle entra, facendo un gran fracasso, Ares, sporco e vestito da reduce del Vietnam, insieme all'amico Ermes.
I due parlano e scherzano, ricordando la battaglia alla quale hanno appena partecipato, ma quando si accorgono di Afrodite si zittiscono immediatamente.

Afrodite: Pensavo che almeno oggi ti saresti ricordato

Ares: Di che...oh merd...scusa Afrodite...

Afrodite: Me ne frego delle tue scuse. Guarda come mi ero messa carina per te, e tu anche stavolta ti sei dimenticato!

Hermes: Dai sorella, non te la prendere, sono stato io a invitare Ares a Waterloo, sapevo che si sarebbe divertito un mondo a vedere quel nano di Napoleone cadere come un babbo...

Afrodite: [grida] Zitto tu, asessuato! Non sto parlando con te! Fatti gli affari tuoi e lasciaci soli, chiaro?

[Hermes fa per controbattere ma Ares gli mette una mano sulla spalla e, con sguardo greve, lo invita ad andarsene]

Ares: Senti Afrodite...

Afrodite: No, senti tu, Ares. Io mi sono stancata. Sono mesi che dici di volermi parlare e ancora non so di che cosa perchè ogni volta che mi dai appuntamento con una scusa qualunque non ti presenti! Mi hai veramente scocciata, chiaro? Anzi, ora me ne vado...
[Afrodite fa per alzarsi ma barcolla e ricade sul triclinio. Inizia a singhiozzare.]

Ares: [avvicinandosi cautamente] Dai Afrodite, non fare la bambina... sai quante cose ho da fare, con tutte queste guerre...e poi tu sei una dea sposata, e a me dispiace fare un torto così a Efesto che, insomma, lavora tanto e ha i suoi problemi...

Afrodite: [piagnucolando] Ecco, vedi? Lo sapevo! Non sono io che faccio la bambina, Sei tu che fai il CONIGLIO! Tanto coraggioso sui campi di battaglia
- a parte: eh, bella forza, è immortale-
tanto codardo quando si tratta di donne!
E poi mio marito non vuole la tua compassione, lurido soldatino! Sarà pure zoppo, ma è mille volte più uomo di te!

Ares: Senti bella, adesso non offendere...

Afrodite: Ti offendo quanto mi pare e piace invece, ok? Che cavolo di uomo, anzi di dio sei, se non riesci nemmeno a dirmi una parola di conforto e a darmi un kleenex mentre mi dispero?

Ares: Hai ragione piccola, scusa...[si tasta le tasche alla ricerca di un pacchetto di fazzoletti ma trova solo un pacchetto di Marlboro rosse]

Afrodite: [grida molto forte e con un gesto inconsulto scaglia le sigarette di Ares lontano] NON PUOI CHAMARMI PICCOLA! Non finchè non ti dichiari!
Stupidissimo coniglio...

Ares: Eddai, che così mi svegli papà...

Afrodite: Ah, di Zeus hai paura, eh? E di mio marito Efesto? E se gli raccontassi del nostro flirt?

Ares: Non avresti proprio nulla da dirgli, e ora non fare la stupida, ti aiuto ad alzarti così chiami un taxi e te ne ritorni a casa.

Afrodite: [grida] Non ho intenzione di tornare in quella grotta buia dove gli amici di Efesto si divertono a fare sculture di ferro battuto ok? Mi si impuzzano i capelli...
E poi a te non conviene che torni...Se torno è per confessare la verità a mio marito...

Ares: Senti Afrodite, non so come dirtelo ma... non è solo per tuo marito e la guerra, ecco...

Afrodite: [grida] Tu brutto bastardo! Chi è? Chi è che ti porti a letto mentre fai il cascamorto con me, eh?

Ares: E' meglio che tu non lo sappia, piccola...

Afrodite: NON CHIAMARMI PICCOLA HO DETTO!
Te la fai con la moglie di quell'Ade, non è così? Quella sciacquetta che ha rapito la scrsa settimana, Proserpina!

Ares: Ma no, no... Ade è un mio amico, cosa ti viene in mente...

Afrodite: E allora chi è? CHI E'? Dimmelo, devo saperlo!

Ares: Sei fuori di te...

Afrodite: Ares, non scherzo, ora prendo il cellulare dalla borsa e chiamo Efesto.

Ares: D'accordo. E' Atena.

Afrodite: Atena? ATENA? Tu vuoi scherzare, quella è frigida, e se non è frigida è lesbica! Vai con lei perchè è lesbica? Se vuoi divento lesbica anch'io!

Ares: Atena non è lesbica. Le piacciono gli animali.

Afrodite: Oh che schifo!

Ares: Ma no stupida! Non in quel senso!
E poi è molto intelligente, sta testando decine di nuovi morbi per decimare la popolazione umana dopo che verrà debellato anche il vaiolo.

Afrodite: Pure sadica! Ares ma sei uscito di testa? E poi lei sarà intelligente ma io non sono mica stupida!


Ares: [perplesso]Mmmnoooo, stupida no.
Afrodite, il fatto è che lei è libera e non mi crea problemi! Sai che quando andiamo in discoteca non la vedo fino a quando non sto per tornarmene a casa? Lei è...è uno spirito libero!

Afrodite: Ares tu sei deficiente. Questa è una tattica, lei è una stronza manipolatrice, lo sanno tutti! Vedrai che tra qualche mese non potrai più nemmeno guardare il calcio in TV!

Ares: ...

Afrodite: D'accordo, se non vuoi credere a me, CHE SONO LA DEA DELL'AMORE, e di certe cose, perdonami, ma me ne intendo, allora me ne vado.

Ares: Da Efesto...?

Afrodite: Sì, da Efesto.
E non preoccuparti, coniglio, non farò la spia.
Forse.


Afrodite beve d'un sorso l'ambrosia rimasta nella coppa, raccoglie la pochette dal triclinio, poi si alza e si dirige altezzosa verso l'uscita della sala, scalciando il pacchetto di sigarette di Ares.
Ares resta solo nella stanza, trema, stringe i pugni e dopo qualche secondo esplode in un grido e scaraventa il triclinio da una finestra.

To be continue...





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