domenica 27 dicembre 2009

things are different

Alle volte penso e parlo in inglese.
Mi succede da quando sono stata quei magici 3 mesi a New York.
Il viaggio più bello della mia vita.
Non mi capita spesso di parlare di New York.
Anzi non ne parlo quasi mai, per non tirarmela, credo, per ricordare a me stessa che sì, sono stata a New York, ma nella realtà continuo a essere una ragazza di provincia, una strana ragazza di provincia.
Forse il punto è che sono egocentrica.
O forse il punto è semplicemente che non mi sono ancora capita del tutto, che devo ancora lavorare su me stessa, come dicono quelli che lo fanno e che lo fanno fare agli altri.

Oggi ho risentito una mia amica, Camila.
Camila è una ragazza dolcissima, una colombiana che ha vissuto 2 anni a New York per studiare recitazione e diventare un'attrice, il sogno della sua vita.
La persona che, forse suo malgrado, ha costituito una delle svolte della mia vita, l'unica che mi abbia fatto capire una volta per tutte che se si desidera qualcosa, se lo si desidera profondamente, di solito un motivo c'è.
E' stato grazie a lei che ho deciso di trattare la mia immaginazione eccessiva e a volte un po' malata come una fonte di guadagno (si spera, prima o poi) e non di angoscia.
Di cercare di realizzare il MIO sogno: fare la regista.
In realtà oggi vedo che la cosa che amo di più e che ancora mi viene meglio è scrivere: mi siedo davanti al computer e lascio che si apra il collegamento diretto testa-mani, che le parole si compongano quasi automaticamente tramite le mie dita. Che sgorghino fuori.
Come acqua.
Ad ogni modo, qualcosa nell'aria sta cambiando: prima ho imparato che sguazzare in certe acque è tutt'altro che facile, soprattutto se si cerca di essere persone vere e non fantocci, e poi che non è tutto oro quello che luccica.
Ci sono ancora mooooooooolte lezioni che devo imparare, c'è quell'impeto che mi freme dentro come un animale selvatico che prima o poi dovrò decidermi a domare per avere un po' di pace, c'è la mia immensa presunzione, quella di essere una persona speciale, che va ridotta ai minimi termini così come la mia atavica pigrizia, ma c'è anche la sensazione che qualcosa si stia posando, lieve, come neve direbbe Zucchero, su ogni paura, su ogni ferita, su ogni rimpianto.
Che la muta sia finalmente iniziata.
Magari mi sbaglio, ma spero proprio di no.
Aspetto da tanto tempo questo momento.

Ora ho un cane.
E' strano, ma avere a che fare con un essere vivente più fragile di te ti mette di fronte alla tua vera natura...
Tutti i componenti della mia famiglia sembrano essersi rincoglioniti, io compresa: non mi sentivo così zuccherosa dai tempi delle medie, quando raccattavo gatti randagi da ogni marciapiede.
Eppure c'è anche qualcosa di estremamente vero e consolante in tutto questo, mi si perdoni la melensaggine e/o la scontatezza; qualcosa di estremamente buono e giusto, ossia la voglia incontenibile che tutti quanti avevamo di amare qualcuno, gratuitamente, senza avere nulla in cambio.
E allora, ecco, per una volta a Natale mi sento più buona sul serio. E, no davvero, non è merito della religione cattolica, cosa che per la sottoscritta costituisce sempre una gran soddisfazione. Ma questo è un altro discorso.
Mi sento meno riottosa, meno incazzata, meno presa male, nonostante tutto vada bene.
Eh sì, nonostante, perchè di solito quando le cose vanno bene sono talmente incasinata che cerco un qualunque motivo per trovarci dentro anche del male...perchè se le cose vanno bene significa che prima o poi andranno male, è come quando si pensa all'estate o al capodanno più belli della nostra vita e ci si rende conto che QUEI momenti sono passati, che non torneranno più, che tutte le estati e i capodanni venuti dopo e che devono ancora venire non saranno mai abbastanza belli, non saranno mai all'altezza.

E invece stavolta no, stavolta mi sento come se potesse succedere ancora tutto.
Ma sì, sono più grande e più disillusa, ma forse ci sono cose, piccole cose, che posso contribuire a cambiare...forse ci sono posti dove posso sentirmi semplicemente "apposto", solo che non ci sono ancora andata.
Forse.
Things are different.

domenica 29 novembre 2009

strano modo di essere Tonna

Ho 25 anni.
Ebbene sì.
Si dice che una signora non debba mai dire la sua età, ma io non sono una signora.
Non credo che sarò mai una signora, penso a mia madre o a quelle che d'inverno si mettono la pelliccia e gli orecchini d'oro massiccio da 15 chili.
Quelle che non si ficcano mai in situazioni strane, che non tentano d'incasinarsi la vita ogni giorno e ogni giorno di più, che si scelgono un percorso e lo seguono, incrollabili, anche se porta alla rovina, perchè l'apparenza è l'apparenza, è fatta per ingannare e regola ogni rapporto sociale.
Ecco no, io non sono una di quelle.
Sì, sono anch'io Tonna, anch'io divento isterica quando sono stressata, anch'io sono intrattabile nel periodo premestruale, anch'io sono pazza come ognuna di noi, a suo modo, lo è.
Ma di più.
O meglio, in un modo molto particolare, perchè mi sono ripromessa di non fare, come spesso fanno le donne, o almeno una buona parte di esse, buon viso a cattivo gioco, soprattutto con me stessa.
Di essere onesta e di guardarmi dentro e di cercare di capire sempre a che punto della mia vita sono arrivata.

E quello che leggo dentro di me, oggi, è che non riesco a stare ferma, come la bambina di "Io non sono qui" mi sembra di avere delle ali nella pancia che non smettono mai di battere, che ho sempre bisogno di qualcosa, qualcosa che non trovo, che forse non c'è...

venerdì 20 novembre 2009

SONO STUFA

Questo post sarà uno sfogo e come tale necessita di essere sfogato.
Tanto non sei altro che un'irritazione cutanea. Nient'altro.

Sono stufa delle persone arroganti.
Piccole e arroganti. Persone che presumono di essere migliori del loro interlocutore e di ogni altro, di avere più diritti della gente che le circonda e anche di quella che non le circonda, di essere superiori a chiunque respiri la loro stessa aria.
La cosa che mi consola è che solitamente siffatte persone altro non sono che esseri senza arte, parte nè vita sociale, che tutti cercano di evitare manco fossero la personificazione del virus ebola, abitate dal nulla.
La cosa che mi spaventa, invece, è che la frustrazione che mi provoca avere a che fare con costoro mi rende assolutamente fuori di testa, nevrastenica, intrattabile.
"Frustrazione?" potrebbe forse chiedersi lo sparuto lettore che casualmente capitasse su questa mia piccola pagina web.
Sì, Sparuto Lettore, frustrazione.
E sai perchè?
Perchè per quanto il mio io razionale non faccia altro che ripetermi:
"Stai calma, chettifrega, è solo gente sfigata, te sei meglio, dovessi anche finire a fare la puliscicessi tutta la vita saresti meglio, questa è solo stupida gente viziata e prepotente che pensa che il mondo si limiti alle 4 cazzate che hanno visto e fatto loro nella vita", il mio io irrazionale invece sbraita:
"Non ci posso credere!!! Non ci credo!!! Davvero, non può davvero esistere gente così a mondo! Non può essere così idiota! Non può! Non possono pensare di prenderti per la scema di turno o per uno zerbino, maccheccazzo vogliono 'sti babbuini? Pensano di essere meglio di te? Pensano di essere meglio di te!! Questo è ridicolo, però chissà perchè a me non viene da ridere, mi viene voglia di tirare un calcio nel culo a qualcuno in compenso!" con il risultato prevedibile che le grida lamentose del mio ego coprano la voce razionale che ogni tanto parla anche a me e io diventi l'essere più irritabile che conosco ad eccezione di mia madre.
E questo non è giusto.

Qualcuno afferma che l'universo tutto sia sorretto da leggi che hanno a che vedere più con l'essenza dell'anima umana e dei desideri che con le leggi fisiche.
Qualcuno sostiene anche che il karma esiste, e che per ogni azione malvagia compiuta nella vita precedente si pagherà nella vita successiva.
Dante, invece, credeva nella divina provvidenza.
Io non so se ci credo, quel che vedo però è che l'universo di solito si prende le sue rivincite, su tutti, anche sui più stronzi, prepotenti, arroganti e arrivisti.

Perciò occhio gente, nella vita tutto torna indietro, sempre.

lunedì 9 novembre 2009

Ares e Afrodite

Monte Olimpo, interno giorno.
Afrodite è seduta su un triclinio e sorseggia ambrosia da una coppa d'oro.
E' vestita con un tubino nero e delle altissime decollété di vernice. I lunghi capelli biondi sono raccolti elegantemente sulla nuca, ma parte di essi le ricade mollemente sulle spalle.
Ha una sigaretta infilata in un lungo bocchino, che continua a far ondeggiare.
E' visibilmente alticcia.
Dalla porta d'oro massiccio alle sue spalle entra, facendo un gran fracasso, Ares, sporco e vestito da reduce del Vietnam, insieme all'amico Ermes.
I due parlano e scherzano, ricordando la battaglia alla quale hanno appena partecipato, ma quando si accorgono di Afrodite si zittiscono immediatamente.

Afrodite: Pensavo che almeno oggi ti saresti ricordato

Ares: Di che...oh merd...scusa Afrodite...

Afrodite: Me ne frego delle tue scuse. Guarda come mi ero messa carina per te, e tu anche stavolta ti sei dimenticato!

Hermes: Dai sorella, non te la prendere, sono stato io a invitare Ares a Waterloo, sapevo che si sarebbe divertito un mondo a vedere quel nano di Napoleone cadere come un babbo...

Afrodite: [grida] Zitto tu, asessuato! Non sto parlando con te! Fatti gli affari tuoi e lasciaci soli, chiaro?

[Hermes fa per controbattere ma Ares gli mette una mano sulla spalla e, con sguardo greve, lo invita ad andarsene]

Ares: Senti Afrodite...

Afrodite: No, senti tu, Ares. Io mi sono stancata. Sono mesi che dici di volermi parlare e ancora non so di che cosa perchè ogni volta che mi dai appuntamento con una scusa qualunque non ti presenti! Mi hai veramente scocciata, chiaro? Anzi, ora me ne vado...
[Afrodite fa per alzarsi ma barcolla e ricade sul triclinio. Inizia a singhiozzare.]

Ares: [avvicinandosi cautamente] Dai Afrodite, non fare la bambina... sai quante cose ho da fare, con tutte queste guerre...e poi tu sei una dea sposata, e a me dispiace fare un torto così a Efesto che, insomma, lavora tanto e ha i suoi problemi...

Afrodite: [piagnucolando] Ecco, vedi? Lo sapevo! Non sono io che faccio la bambina, Sei tu che fai il CONIGLIO! Tanto coraggioso sui campi di battaglia
- a parte: eh, bella forza, è immortale-
tanto codardo quando si tratta di donne!
E poi mio marito non vuole la tua compassione, lurido soldatino! Sarà pure zoppo, ma è mille volte più uomo di te!

Ares: Senti bella, adesso non offendere...

Afrodite: Ti offendo quanto mi pare e piace invece, ok? Che cavolo di uomo, anzi di dio sei, se non riesci nemmeno a dirmi una parola di conforto e a darmi un kleenex mentre mi dispero?

Ares: Hai ragione piccola, scusa...[si tasta le tasche alla ricerca di un pacchetto di fazzoletti ma trova solo un pacchetto di Marlboro rosse]

Afrodite: [grida molto forte e con un gesto inconsulto scaglia le sigarette di Ares lontano] NON PUOI CHAMARMI PICCOLA! Non finchè non ti dichiari!
Stupidissimo coniglio...

Ares: Eddai, che così mi svegli papà...

Afrodite: Ah, di Zeus hai paura, eh? E di mio marito Efesto? E se gli raccontassi del nostro flirt?

Ares: Non avresti proprio nulla da dirgli, e ora non fare la stupida, ti aiuto ad alzarti così chiami un taxi e te ne ritorni a casa.

Afrodite: [grida] Non ho intenzione di tornare in quella grotta buia dove gli amici di Efesto si divertono a fare sculture di ferro battuto ok? Mi si impuzzano i capelli...
E poi a te non conviene che torni...Se torno è per confessare la verità a mio marito...

Ares: Senti Afrodite, non so come dirtelo ma... non è solo per tuo marito e la guerra, ecco...

Afrodite: [grida] Tu brutto bastardo! Chi è? Chi è che ti porti a letto mentre fai il cascamorto con me, eh?

Ares: E' meglio che tu non lo sappia, piccola...

Afrodite: NON CHIAMARMI PICCOLA HO DETTO!
Te la fai con la moglie di quell'Ade, non è così? Quella sciacquetta che ha rapito la scrsa settimana, Proserpina!

Ares: Ma no, no... Ade è un mio amico, cosa ti viene in mente...

Afrodite: E allora chi è? CHI E'? Dimmelo, devo saperlo!

Ares: Sei fuori di te...

Afrodite: Ares, non scherzo, ora prendo il cellulare dalla borsa e chiamo Efesto.

Ares: D'accordo. E' Atena.

Afrodite: Atena? ATENA? Tu vuoi scherzare, quella è frigida, e se non è frigida è lesbica! Vai con lei perchè è lesbica? Se vuoi divento lesbica anch'io!

Ares: Atena non è lesbica. Le piacciono gli animali.

Afrodite: Oh che schifo!

Ares: Ma no stupida! Non in quel senso!
E poi è molto intelligente, sta testando decine di nuovi morbi per decimare la popolazione umana dopo che verrà debellato anche il vaiolo.

Afrodite: Pure sadica! Ares ma sei uscito di testa? E poi lei sarà intelligente ma io non sono mica stupida!


Ares: [perplesso]Mmmnoooo, stupida no.
Afrodite, il fatto è che lei è libera e non mi crea problemi! Sai che quando andiamo in discoteca non la vedo fino a quando non sto per tornarmene a casa? Lei è...è uno spirito libero!

Afrodite: Ares tu sei deficiente. Questa è una tattica, lei è una stronza manipolatrice, lo sanno tutti! Vedrai che tra qualche mese non potrai più nemmeno guardare il calcio in TV!

Ares: ...

Afrodite: D'accordo, se non vuoi credere a me, CHE SONO LA DEA DELL'AMORE, e di certe cose, perdonami, ma me ne intendo, allora me ne vado.

Ares: Da Efesto...?

Afrodite: Sì, da Efesto.
E non preoccuparti, coniglio, non farò la spia.
Forse.


Afrodite beve d'un sorso l'ambrosia rimasta nella coppa, raccoglie la pochette dal triclinio, poi si alza e si dirige altezzosa verso l'uscita della sala, scalciando il pacchetto di sigarette di Ares.
Ares resta solo nella stanza, trema, stringe i pugni e dopo qualche secondo esplode in un grido e scaraventa il triclinio da una finestra.

To be continue...





domenica 8 novembre 2009

cose che iniziano per A e che mi riguardano

alchimia
anarchia
avidità
alberi
aiuto
affanculo (luogo)
attesa
arance
ansia
amore
attenzione
ascesa/ ascesi/ ascensore
ares
afrodite
atena
assurdità

sabato 7 novembre 2009

Anarchia

Voglio sentire il tuo respiro mentre dormi.
Voglio essere una mosca per vedere dove vai.
Voglio avere 12 anni per crederti un dio
e averne 101 per sapere chi saremo.

Voglio capire se la tua testa, e il tuo stomaco
e la tua anima si contorcono come i miei
se domani ci sarai o se stai solo giocando,
se i tuoi occhi son sinceri, se hai paura come me.

Voglio avere ma non posso tutto quello che vorrei
Attorciglio le parole, scavo solchi nei pensieri
Voglio tutto, voglio te, e lo so che non è uguale
che tu invece preferisci solo guardare.

Un po' scappo e un po' t'inseguo,però
continuo a perdermi dentro un mare di sogni
che mi abita e si agita di notte
quando il silenzio scende su questa città di pietre.




Dannazione

Una volta credevo che essere felici fosse indispensabile. Che non si potesse vivere altrimenti. Che non ne valesse la pena.
Oggi mi guardo dibattermi, davvero come un pesce, per ottenere qualcosa che sia vero e duraturo e vedo che questa cosiddetta felicità sembra ancora inafferrabile.
Mi sento un po' lugubre oggi pomeriggio.
Forse in realtà lo sono sempre.
E' appena passata Halloween, la notte delle streghe, con tutti i suoi mostri, i suoi fantasmi che non fanno paura a nessuno.
Mi piacciono le feste in maschera, penso che rappresentino l'unico momento in cui le persone non si vergognano di mostrare i loro desideri, i loro sogni e quindi le loro debolezze, la loro insoddisfazione.
E' uno dei pochi momenti in cui mi sembra di camminare in un mondo reale, con persone vere.
La cosa che più mi tormenta, infatti, è sapere che solitamente la gente si mascheri, per trovare un ruolo nel mondo, per il quieto vivere, per non doversi guardare allo specchio e, se necessario, farsi davvero schifo.
Perchè è più comodo così.
Io non sono così.
Io mi travesto solo alle feste, o almeno ci provo, ed è per questo che risulto scomoda, pesante, strana e un mucchio di altre cose.
E' per questo che mi prendo un sacco di sportellate sul muso e che ho le spalle larghe.
Sono presa male?
No, sì, forse, ma non solo.




giovedì 5 novembre 2009

Versi di una cernia all'amo

Sembro energica e sfuggente
ma alla fine mi hanno presa
Finirò dentro alla spesa
di una vecchia balbuziente
o nel piatto di Teresa,
che ama gli spaghetti al dente?

Non lo so, non me ne frega
anche perché son buddhista
e sarò un'animalista
nella mia prossima vita.

Però ora mi han beccata
con quest'amo nella gola
muoio adesso, muoio sola
tra le mani del pirata.

C'è un compare che si sciacqua
già le mani dal mio sangue
e un pensiero, vacuo, langue:
son un pesce fuor dell'acqua.



Note: altro che Maiorino






diCHIARAzione d'intenti

Perché scrivo, ancora e ancora?
Ho alcune ipotesi a riguardo.
Probabilmente perché sono egocentrica e amo farlo, lo trovo rilassante, soprattutto quando scrivo di me.
O forse perché ultimamente ho visto spuntare qua e là, nel web, piccole oasi di pace e intimità dove alcuni amici e conoscenti riescono finalmente a esprimere sé stessi senza paure o remore o vergogna.
O magari, e questo è altamente probabile, perché desidero essere letta, perché ho un estremo bisogno di comunicare quello che penso e che sono, che è così difficile da mostrare e dimostrare alle persone che mi circondano nella vita di ogni giorno...
Non so, ma sono tornata ancora, e tornerò a scrivere un blog, ogni volta diverso, ogni volta che ne avrò bisogno.
Nella speranza che qualcuno, Quel qualcuno e Quel qualcuno e anche Quel qualcuno e tutti i Qualcuno importanti della mia vita, finalmente, mi trovino.